LA PASQUA IN SICILIA di Mariangela Spinella
marzo 9, 2016 on 12:28 pm | In SOCIETA' & COSTUME, VIAGGI & TURISMO | No CommentsLa Pasqua in Sicilia è una delle feste più belle ed attese dell’anno, poiché oltre a ricordare la Resurrezione di Cristo coincide anche con il risveglio della natura e quindi, segna l’inizio della bella stagione. I suoi festeggiamenti sono da sempre la sintesi di tradizioni pagane antiche, strettamente connessi al culto della fertilità della terra, e di retaggi culturali cattolici legati alle varie popolazioni che nei secoli si sono succedute, in particolar modo quella spagnola e bizantina.
processione del Venerdì Santo a Marsala
La stessa data della Pasqua è strettamente connessa legata alle credenze pagane, e viene stabilita ogni anno in funzione delle fasi lunari, coincidendo per prassi con la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, cioè dopo il 21 marzo.
Durante la settimana santa, la nostra isola pullula di manifestazioni, processioni folkloristiche e rappresentazioni sacre che rievocano la Passione e la Resurrezione di Cristo. Queste feste sono tutte molto sentite dalla popolazione locale e richiamano turisti da tutte le parti del mondo, sicuri di poter godere del piacevole clima primaverile e fare un’esperienza toccante.
Alcune tra le manifestazioni che ci piace ricordare sono: la “Processione dei Misteri” a Taormina e la “Processione degli Incappucciati” ad Enna il venerdì santo; la “Festa degli schietti” di Terassini (PA) e la “Diavolata e l’Angelicata” di Adrano, che si svolgono il giorno della Pasqua.
Molto suggestiva è la processione del Venerdì Santo a Taormina, meglio conosciuta come la “Processione dei Misteri” che si snoda lungo il Corso Umberto subito dopo il tramonto. Un lungo e composto corteo funebre segue le statue, dette vare, che rappresentano le scene della passione di Cristo.
processione del Venerdì Santo a Taormina
Una delle particolarità della cerimonia, che si tramanda da oltre due secoli, riguarda la partecipazione di circa un centinaio di “consorelle” della congregazione della Madonna del Varò, tutte vestite di nero e con il capo coperto in segno di lutto, che portano in mano candele rosse accese e sono seguite da un gruppo di bambine vestite di bianco. Questa è l’immagine di una Sicilia d’altri tempi che così rivive nei nostri ricordi e da cui anche gli stilisti Dolce e Gabbana hanno preso spunto, decidendo di ambientare tra i vicoli di Taormina alcune campagne pubblicitarie delle loro splendide collezioni di moda.
La settimana santa di Enna affonda le sue radici nel lungo periodo dalla dominazione spagnola, (XV-XVII sec.), quando le Confraternite, che già esistevano come corporazioni di arti e mestieri, vennero autorizzate a costituirsi liberamente come organizzazioni religiose per promuovere il culto, ricevendo dai sovrani alcuni particolari privilegi.
processione del Venerdì Santo a Enna
Alla Processione del Venerdì Santo prendono parte circa duemila confratelli, appartenente a 16 congregazioni, che, indossano il saio e che, con il volto coperto dal cappuccio, sfilano per la città. La processione si apre con i confratelli della compagnia della Passione che portano i vassoi con i 25 simboli del Martirio di Cristo, detti misteri: la croce, la borsa coi trenta denari, la corona, il gallo, la lanterna, i chiodi e gli arnesi per la flagellazione, ecc. Seguono la altre Confraternite e, con la massima compostezza, la processione lentamente si snoda per le vie cittadine fino a raggiungere la chiesa del cimitero, ex Convento dei Cappuccini, dove viene impartita la benedizione a tutti i fedeli, per poi ritornare in tarda serata al Duomo.
processione del Venerdì Santo a Enna
Le celebrazioni di Enna ricordano molto quelle della semana santa di Siviglia, e testimoniano come la nostra cultura sia strettamente legata a quella spagnola.
A Terrasini, in provincia di Palermo, durante giorno di Pasqua si svolge la Festa degli “schietti”, un vero esempio di come sacro e profano siano tradizionalmente mischiati nelle feste pasquali siciliane. In dialetto siciliano il termine “schietti” sta indicare i giovanotti scapoli ed in questa festa si cimentano in una gara molto singolare, devono, infatti, sollevare un albero di arancio amaro, tutto addobbato e infiocchettato, del peso di circa 50kg, e portarlo in giro per il paese per più tempo possibile. Si tratta di una dimostrazione di forza con la quale gli scapoli cercavano di conquistare le loro innamorate. La festa attira molti turisti visitatori e trasmette la gioia dei festeggiamenti pasquali.
Festa degli Schietti a Terrasini
Diversa da tutte le altre feste è La Diavolata e l’Angelicata di Adrano (CT), nota in gergo come i “Diavulazzi di Pasqua”. Si tratta della rappresentazione di un dramma sacro scritto nel 1752 dal poeta locale Anselmo Laudani, dal titolo “La Resurrezione”, che si svolge la mattina di Pasqua nella piazza principale della piccola cittadina etnea.
La rappresentazione è la messa in scena della lotta fra le forze del male e del bene che si affrontano per contendersi il potere sulla terra. Cinque diavoli vestiti di rosso escono da una botola accompagnati da fiammate e fumo. Con loro Lucifero, la Morte, che indossa un abito raffigurante uno scheletro, ed un angelo, rappresentato da un bambino. I diavoli cercano di convincere l’Umanità a restare dannata perchè il cadavere di Gesù Cristo, che è risorto, non è più nel sepolcro. Si susseguono una serie di battaglie e discussioni fra il bene e il male, che portano alla sconfitta definitiva di Lucifero ad opera dell’Arcangelo Michele e si concludono quando l’Angelo costringe i diavoli a pronunciare la frase “Viva Maria”.
I Diavulazzi ad Adrano
Da alcuni anni a questa parte, la Diavolata viene riproposta anche la sera ed è resa ancora più suggestiva dal contrasto di luci e ombre.
Come vedete, visitare la Sicilia in occasione della Pasqua potrebbe essere l’opportunità di rivivere ed assaporare una tradizione culturale che sembra assopita ma che in queste particolari occasione riemerge viva ed a volte anche festosa.
Buona Pasqua a tutti.
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